Crisi di governo
Il futuro politico del Primo Ministro Italiano Mario Draghi è ora in dubbio. Nonostante abbia raggiunto la maggioranza al voto del Decreto aiuti con 172 si e soltanto 39 no e nessun astenuto, ha pesato al decisione del Movimento 5 stelle di non partecipare al voto.
L’ex capo della Bce è stato nominato lo scorso anno dal presidente Sergio Mattarella per salvare l’Italia dalla sua instabilità endemica e guidare la ripresa post-pandemia. Ma ora Draghi è stato messo alle strette dalle turbolenze politiche nel frammentato parlamento italiano. Come più volte ribadito dal premier, il governo non andrà avanti senza i 5S. Ricordiamo infatti che il Movimento 5 stelle è il partito che nel lontano 2018 (ultime elezioni svolte in Italia) ebbe la maggioranza dei voti.
Crisi di governo dimissioni Draghi
Draghi per 17 mesi è stato una rara forza unificante nella politica italiana, comandando un ampio sostegno da sinistra a destra. Ma quell’unità ha vacillato quando le preoccupazioni per la pandemia sono state sostituite da inflazione, siccità record e guerra in Europa. Così il premier, ha annunciato la sua decisone. “Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La fiducia che stava alla base del governo è andata “disfatta” e che le condizioni per un governo funzionale “non esistono più”.
Crisi di governo Mattarella rifiuta le dimissioni
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al momento ha respinto le dimissioni del Premier, invitandolo a riferire in Parlamento la prossima settimana.
Tale scelta da parte di Mattarella, fa pensare che vuole mantenere Draghi come primo ministro ed evitare elezioni anticipate in autunno, considerando anche l imminente viaggio del Premier in Algeria il 18 e 19 luglio, fissato mesi fa per stringere nuovi accordi sul gas che non potrebbero essere sottoscritti da un premier dimissionario.
Crisi di governo cosa pensano i partiti
Due partiti della coalizione, la Lega di destra e il Partito Democratico (PD), di centrosinistra, hanno dichiarato che le elezioni anticipate sarebbero il risultato più probabile in caso di implosione del governo. “Se un partito di coalizione non appoggia un decreto del governo, sembra chiaro che si debba andare alle elezioni”, ha detto il leader leghista Matteo Salvini. Dello stesso parere anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Di parere totalmente opposto Matteo Renzi , secondo il quale, bisogna far di tutto per arrivare ad un governo Draghi-Bis.
Crisi di governo elezioni anticipate
Le elezioni in Italia sono previste per la prima metà del 2023 quando ci sarebbe la scadenza naturale della legislatura. Anticipare il voto alle urne all’autunno sarebbe molto insolito in Italia perché è il momento in cui tradizionalmente i governi elaborano i propri bilanci, che devono essere approvati entro la fine dell’anno. Bisogna tener conto che n caso di scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella infatti, le elezioni anticipate dovranno essere indette entro un minimo di 60 giorni e un massimo di 70 giorni, quindi entro la prima settimana di ottobre. Nl frattempo comunque il governo dimissionario resterebbe comunque in carica, garantendo la continuità amministrativa.
Crisi di governo bonus 200 euro
Nonostante la crisi di governo in atto, per il bonus di euro 200 previsto per il mese di luglio, non c’è nulla da temere, lo stanziamento è stato già introdotto dal decreto Aiuti approvato ieri in via definitiva al Senato.
Ciò che invece potrebbe non essere confermato la proroga di tale bonus per i mesi di agosto e settembre , in quanto se la crisi e le dimissioni di Draghi dovessero essere confermate l’estensione del bonus sarebbe impraticabile.