Crisi energetica in Italia
Con l’avvicinarsi dell’autunno aumenta sempre più la paura delle conseguenze della crisi energetica che da tempo sta affrontando il nostro Paese. La guerra tra Ucraina e Russia ha portato un impennata dei prezzi con conseguenze disastrose per l’Italia. In vista anche delle prossime elezioni anticipate del 25 settembre, non mancano le proposte da parte dei partiti , per cercare di ridurre al minimo le conseguenze della crisi energetica in Italia. Di sicuro qualsiasi futuro governo che andrà a governare l’Italia dovrà avere come obiettivo il raggiungimento dell’autosufficienza energetica.
Crisi energetica in Italia: posti di lavoro a rischio
E’ ormai da tempo che Confcommercio continua a denunciare la drammatica situazione che sta vivendo il settore del lavoro a causa della crescita inarrestabile del costo dell’energia che porta continui aumenti delle bollette e dei costi di gestione, divenuti insostenibili per le aziende del settore terziario. Un quadro che, in mancanza di ulteriori e nuove misure per bloccare la precaria condizione pone seriamente in pericolo la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese nei prossimi mesi. Confcommercio ha stimato che le imprese del Terziario a rischio chiusura da qui ai primi sei mesi del 2023,potrebbero circa 120 mila con un altissima percentuale di posti di lavoro a rischio. Tra i settori più esposti ai rincari energetici i trasporti, il settore turistico , la ristorazione e il commercio al dettaglio.
Crisi energetica in Italia: rischio blackout
Si fa sempre più frequente l ‘ipotesi che con l’arrivare del autunno potremmo andare incontro a un rischio blackout, in quanto ad oggi con una scarsità energetica c’è la concreta possibilità di blackout a catena in vaste zone d’Europa, Italia compresa. Il consumo da parte dei cittadini, unito ad una scarsa disponibilità di energia potrebbe determinare importanti blackout che sarebbero estremamente problematici. Al momento stanno vagliando varie misure da far adottare sia ai cittadini che agli esercenti per ridurre il più possibile il consumo energetico. Con l’avvicinarsi delle riaperture delle scuole italiane si parla già di una riduzione di uno/due gradi della temperature al momento dell’accensione del riscaldamento , e lo stesso discorso dovrebbe interessare tutti gli uffici pubblici.
Crisi energetica in Italia: decreti aiuti
Il Decreto Aiuti bis prevede quanto riassunto si seguito:
l’estensione del Bonus euro 200 una tantum alle categorie escluse nella prima parte dell’erogazione. Sino alla fine del 2022 potenziato il bonus sociale per le bollette dell’energia elettrica e del gas, viene esteso di un mese il taglio delle accise sui carburanti, fino al 20 settembre 2022 .Il Decreto Aiuti Bis 2022 prevede l’aumento del contributo straordinario in favore di Comuni, Città metropolitane e Province per far fronte al caro bollette, rifinanzia il bonus psicologico e il bonus trasporto pubblico, prevede lo stop alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura. Stabilito anche l’anticipo della rivalutazione delle pensioni al 2% all’ultimo trimestre del 2022. Previsti nel Decreto Aiuti Bis 2022 aiuti che sono del tipo “fringe benefit” rientreranno nelle regole del welfare aziendale. Alle imprese il Governo riconosce sotto forma di credito di imposta, pari al 25% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel terzo trimestre 2022, previsto nel testo anche un credito di imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca.
Per maggiori dettagli il testo integrale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ed è in vigore da mercoledì 10 agosto, il decreto Aiuti bis (dl 115/2022) dal titolo “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”.
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