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Giornata contro la violenza sulle donne

da | Nov 25, 2021 | Eventi, News

Giornata contro la violenza sulle donne: oggi, il 25 novembre si celebra il ricordo di tutte le vittime di femminicidio, e si rende omaggio a queste vite spezzate drasticamente. Un altro anno  è passato, altre donne sono state uccise brutalmente, e altri mostri non stanno pagando abbastanza.

Perché si celebra il 25 novembre?

La Giornata contro la violenza sulle donne si celebra ogni 25 novembre. Questa data fu stabilita nel 1981, durante il primo incontro femminista latinoamericano e caraibico, che ha avuto luogo a Bogotà (Colombia). La scelta del 25 novembre è stata fatta per ricordare le sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa furono uccise in questa data dal dittatore Trujillo. Le tre donne si stavano recando in prigione, a trovare i rispettivi mariti, quando gli agenti del Servizio di Informazione Militare le hanno bloccate. Le sorelle sono state stuprate e torturate, prima che venissero brutalmente uccise a suon di bastonate e strangolamenti. Per occultare il fatto furono gettate in un precipizio, a bordo della propria automobile.

Solo 18 anni dopo però l’Onu ha istituzionalizzato questa giornata. Un piccolo passo avanti per riconoscere e combattere il fenomeno del femminicidio, quanto meno portandovi sopra l’attenzione dell’opinione pubblica.

Giornata contro la violenza sulle donne: I dati

Ogni giorno nel nostro paese si registrano circa 89 donne vittime di violenza di genere. Quest’anno ci sono stati ben 109 femminicidi, quasi la metà della totalità degli omicidi commessi. Rispetto al 2020 questo dato è in crescita dell’8 %.

La maggior parte dei femminicidi avviene in ambito familiare o affettivo, per mano del partner (o ex partner). Dati alla mano, ben il 62 % dei casi di femminicidio si consuma in famiglia: mariti e compagni detengono il record, seguiti da ex mariti o compagni. In un caso su due le donne vengono uccise con un’arma da taglio. Anche in ambito casalingo si registra un aumento dei casi (pari al 5 %) rispetto a quelli registrati lo scorso anno (e questo non è ancora finito).

Giornata contro la violenza sulle donne: scarpette rosse

Giornata Contro La Violenza Sulle Donne Scarpette Rosse

Uno dei simboli della Giornata contro la violenza sulle donne è l’utilizzo del colore rosso, in particolar modo delle scarpe rosse da donna. Si creano delle vere e proprie installazioni, in piazze e luoghi pubblici, allineando una miriade di scarpe da donna rosse.

La prima a usare queste scarpe come simbolo della violenza di genere è stata l’artista messicana Elina Chauvet. La donna ha realizzato un’installazione del 2009, in una piazza di Ciudad Juarez. L’artista voleva rendere omaggio alla sorella, uccisa per mano del marito, e alle centinaia di donne rapite, stuprate e uccise nella sua città. In quel posto di frontiera, snodo del mercato della droga, moltissime donne hanno perso la vita.

L’idea è stata poi replicata in diversi paesi, come Argentina, Spagna, Canada, Ecuador, Norvegia, USA e anche Italia. Qui la campagna di sensibilizzazione viene portata avanti dai Centri Antiviolenza, e dalle Associazioni Femminili impegnate nell’ambito.

Giornata contro la violenza sulle donne: è davvero necessaria?

Il fatto che, nel 2021, si debba ancora celebrare una simile giornata è riprovevole e ai limiti dell’assurdo. Evitare ogni tipo di violenza sugli altri, a maggior ragione su i più indifesi come donne e bambini, dovrebbe essere scontato. E invece purtroppo ancora non è così, ancora si muore per via di una malata gelosia, per un capriccio di possessione (che di amore ha poco e niente), si muore perché si vuole cambiare vita, perché si ha il coraggio di uscire da relazioni malate o infelici.

Giornata Contro La Violenza Sulle Donne 25 Novembre

E per quanto le istituzioni si sforzino di convincerci che basta un aiuto psicologico e una telefonata al centro anti violenza, sappiamo tutte che la realtà è ben diversa. La realtà è che noi donne abbiamo paura. Paura di renderci conto della realtà, e doverci fare i conti. Paura di denunciare, che serve a poco e niente finché non esiste un sistema penale che punisce questi soggetti aggressivi e pericolosi. Paura di rimetterci la pelle, per una semplice alzata di capo o imposizione.

E allora continuiamo a rimanere vittime di storie abusanti e dinamiche familiari raccapriccianti, che tante volte c’è in ballo anche la vita di familiari e figli. Ci sacrifichiamo per non causare reazioni esagerate, e mandiamo giù rospi che somigliano di più a elefanti – per grandezza e peso. Tutto questo perché, alla fine dei conti, chiedere aiuto significa rompere un equilibrio, che non sai mai se tornerà a posto. Ci fa più paura lanciare un SOS, che talvolta rimane inascoltato e incontra terreno sterile.

Ne ho viste di donne coraggiose tremare all’idea di lasciare un partner malato, donne che hanno avuto il coraggio di denunciare abusi e come unica risposta hanno ottenuto un pezzo di carta straccia e un mostro arrabbiato per via di una denuncia sterile. Ho visto persino donne morire, per mano di chi diceva di amarle. Tutte queste donne sono vittime di una società patriarcale e maschilista, e di un sistema giudiziario pieno di falle e punti ciechi.

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