Il grande cambiamento del lavoro- cosa ha modificato il pre e post-covid, la nascita dello smart working, la creazione di nuove professioni.
Sono molti i cambiamenti che si sono manifestati, sia a livello sociale e psicologico, sia a livello lavorativo ed abitudinario.
A distanza di un anno, alcune delle profezie narrate si sono avverate, altre no, cosa ci immaginavamo un anno fa e cosa si è realmente manifestato?
L’umanità si è trovata a dover affrontare una realtà del tutto nuova, un grande aiuto ci è stato dato dalla tecnologia, questa ha influito molto e ci ha permesso di continuare alcune attività.
Il grande cambiamento del lavoro – Lo Smart Working
La grande emergenza sanitaria ha portato ad uno sviluppo accelerato della tecnologia, unico mezzo a disposizione dell’uomo per poter comunicare, interagire con gli altri, nonché ausilio per lezioni, corsi di formazione e lavori informatici.
La tecnologia ha permesso ad alcuni settori di proseguire il proprio lavoro da casa, garantendo il distanziamento sociale e la sicurezza sanitaria.
Lo “smart working“, parola sconosciuta ai più prima della pandemia, ora conosciuta da tutti.
Siamo entrati in contatto con numerose parole mai adoperate prima, con piattaforme che non conoscevamo e abitudini che non immaginavamo.
Il lavoro da casa, ha comportato un’alternativa per tutti quei mestieri che si possono effettuare attraverso i dispositivi elettronici, e probabilmente sarà un metodo che perdurerà.
Molti lavori non si immaginavano possibili da remoto e invece così è stato.
Tantissimi lavoratori hanno sperimentato per la prima volta questa modalità , lavorando in maniera più indipendente.
Come si legge nello studio fatto da Deloitte: “E così non stupisce sapere i lavoratori, in questi mesi, hanno percepito una maggiore autonomia personale durante la giornata, oltre a una maggiore flessibilità della giornata lavorativa (45%), a un cambiamento nelle priorità lavorative (32%) e a una percezione dell’incremento delle proprie responsabilità (31%).”
Molti lavoratori intervistati hanno ammesso di essersi adattati facilmente al lavoro da remoto.
Pertanto si aspettano che tali modalità perdureranno anche dopo la fine della pandemia.
Le paure emerse da questa modalità sono principalmente 3.
In primis c’è la preoccupazione di dover lavorare più ore con la stessa retribuzione.
Poi la mancanza di fiducia, nata e cresciuta, durante il lavoro a distanza, quindi il deterioramento del rapporto con i colleghi e con i superiori.
Infine il terrore della precarietà del lavoro, preoccupazione che perdurerà ancora molto.
Le professioni nate durante il Covid-19
Il grande cambiamento del lavoro durante l’emergenza sanitaria, sono nate e cresciute molte professioni che prima non esistevano o non erano così gettonate.
Vediamo quali sono le attività nuove e più ricercate durante la pandemia.
- Addetti alla misurazione della temperatura, professione nuova, presente oggigiorno in praticamente tutti gli spazi chiusi presenti al mondo, ristoranti, supermercati, scuole, aziende, tutti i luoghi ormai hanno questa figura all’entrata. Si è calcolato un incremento del 47%.
- Responsabili del tracciamento dei contagi (contact tracer), settore che ha vissuto una grossa impennata nell’ultimo anno.
- Addetti al confezionamento e cucitura di mascherine(in tessuto).
- Outdoor personal trainer.
- Addetti alla sanificazione, la richiesta è aumentata più del 54% durante l’emergenza sanitaria.
- Installatori di schermi protettivi di plastica o plexiglas.
- Head of Remote Work (Responsabile del lavoro da remoto), in particolar modo nel mercato americano.
- Addetti alla gestione code e distanziamento, incremento del 43%.
Il mondo del lavoro è cambiato e sta cambiando, l’importante è non demordere e di stare al passo con i tempi e con le invenzioni in atto.
Posti di lavoro muoiono e rinascono ogni giorno, l’ingegno è l’arma del lavoro e della creazione.