OverShoot Day: oggi 15 maggio, l’Italia ha finito le risorse per il 2023.
Questo significa che abbiamo terminato le risorse ecologiche a disposizione per l’anno in corso e di conseguenza iniziamo a consumare le riserve per il futuro del capitale naturale.
Il Country OverShoot Day
Con questo termine si indica il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra, ossia l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di offrire nell’arco di un anno.
Il Country Overshoot Day per il nostro Paese non accenna a migliorare: consumiamo risorse esattamente come lo scorso anno quando questa data è caduta nella stessa giornata. Se tutti agissero come noi italiani avremmo bisogno di ben 2,7 pianeta Terra per soddisfare i livelli di consumo della popolazione mondiale.
Il giorno del sovrasfruttamento di un Paese indica infatti il momento in cui cadrebbe l’Earth Overshoot Day se tutta l’umanità consumasse come le persone di quello stato. Peggio di noi in Europa quest’anno Belgio, Danimarca e Finlandia il cui giorno del sovrasfruttamento è caduto a marzo ma anche Austria, Norvegia e Irlanda che hanno oltrepassato la linea rossa nel mese di aprile. Ci fanno compagnia nel mese di maggio invece paesi come la Svizzera, la Germania, la Francia e il Portogallo.
Purtroppo negli anni questa inquietante scadenza è stata sempre più anticipata (con una eccezione per il 2020, non a caso l’anno della pandemia) e questo ci evidenzia una realtà preoccupante: stiamo consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno, cifra che- in base alle tendenze attuali- dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030.
Come viene stabilita la data dell’OverShoot Day?
Ad elaborare questi dati ogni anno è la Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che vuole fornire ai governi e alle autorità di tutto il mondo una serie di strumenti per aiutare l’economia a operare in modo sostenibile per la Terra.
Per calcolare questo OverShoot Day, l’organizzazione tiene conto della domanda della popolazione e dell’offerta di risorse e servizi da parte degli ecosistemi, redige l’estratto conto del Pianeta che ne riassume le entrate e le uscite. Il calcolo viene realizzato dividendo la biocapacità della Terra (la quantità di risorse ecologiche che è in grado di generare quell’anno) – sia a livello globale che dei singoli stati – per l’impronta ecologica dell’umanità (la domanda dell’umanità per quell’anno) e moltiplicando per 365, il numero di giorni in un anno. (fonte: economiacircolare.com)
Esiste una soluzione?
Per quanto l’umanità sembra si stia impegnando a rendere queste sempre più minime, esistono diverse soluzioni che possono essere adottate a livello di comunità o individualmente per avere un impatto significativo sul tipo di futuro in cui investiamo. Ad esempio se ci impegnassimo seriamente a ridurre l’impronta di carbonio del 50%, questo sposterebbe la data di più di 90 giorni. Anche ciò che mangiamo è molto importante.
Il WWF ha già segnalato come l’80% delle estinzioni delle specie e degli habitat a livello globale dipende dagli attuali sistemi alimentari, spiegando l’importanza delle nostre scelte di consumo grazie alla campagna Food4Future.
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